Wednesday, April 11, 2007

Phastidio: watchdog da riporto

>http://phastidio.net/2007/04/04/watchdog-da-riporto/#more-887

> Stavolta non concordiamo col giudizio di Mario Semierio sul> presidente di Agcom. "Che solo oggi, nel momento in cui gliamerikani> bussano alla porta per acquistare Telecom Italia, si ricorda chela> rete fissa rappresenta un asset fondamentale per tutelare la> concorrenza e massimizzare il benessere dei consumatori. Finora,> infatti, Calabrò non aveva ritenuto di alzare la voce ed invocarepiù> poteri per rivendicare anche per Telecom lo scorporo della rete di> vettoriamento delle comunicazioni, analogamente a quanto siteorizza> da tempo per Snam Rete Gas, controllata (con le unghie e con identi)> da Eni." Questo giudizio riferito al presidente Calabrò è> fondamentalmente ingiusto per tre motivi. Primo: il presidente di> AGCOM, Corrado Calabrò, è stato insediato a fine 2005.> Secondo: dal momento dell'insediamento del nuovo verticeL'autorità> ha lavorato in condizioni di carenza di organico, come ricorda lo> stesso Seminerio ad un lavoro immane, cioè l'adeguamento delquadro> regolatorio al "New Regulatory Framework" del 2002 emanato dalla> Commissione europea. Il che ha comportato di compiere una analisi> tecnico-giuridico-economica, di notevole complessità, in relazioneai> 18 mercati rilevanti individuati dalle 6 direttive del NRF. perdare> un'idea rozza ogni provvedimenti si compone di più di 200 paginetra> testo regolatorio analisi di mercato ed altri eventuali allegati.> terzo: è un dato di fatto indubitabile che l'AGCOM sotto la> presidenza Calabrò abbia preso a riferimento della propria azionela> best practice europea e in particolare abbia guardato conattenzione> all'esperienza inglese della separazione funzionale e divisionale> della rete d'acceso (Opensource), imposta e guidata da Ofcom, la> locale autorità regolatoria indipendente. Questo processo di> separazione della rete si è realizzato in Gran Bretagna nei primi> mesi dell'anno 2006. Fin da quesi mesi l'AGCOM italiana si è> interessata al caso in fuinzione della sua applicazione alla> situazione italiana caratterizzta da un ritardo croniconell'apertura> del mercato della banda larga.> Già nell'estate 2006 l'autorità italiana aveva predisposto unatask> force per l'apertura del confronto sul tema della separazionedella> rete. E' vero che il presidente di TI, prof. Rossi, si da subito> dimostrato disponibile alle trattative con la task force (eravamo,si> noti, nel settembre 2006). MA non si può tacere che da quelmomento> il braccio di ferro sulla questione della separazione della rete> d'accesso in rame si è complicata moltissimo: TI ha messo sulpiatto> della trattativa, onde alleggerire le prescrizioni poste ad AGCOM,la> questione degli investimenti futuri e della costruenda rete di> seconda generazione ( la sua estensione/ la copertura degliutenti,> il grado di apertura di questa rete futuribile ai concorrenti, uno> scambio tra chiusura di essa ai concorrenti e l'apertura delvecchio> monopolio naturale).> Questo nodo è centrale perchè la vecchia rete in monopolio di> fatto /ex monopolio legale) garantisce il fatturato di Telecom e in> particolare l'introito da canone che frutta un poderoso margine.Del> pari la futura rete di seconda generazione è la garanzia per il> futuro fatturato, quello che dovrà tenere in piedi l'azienda sulsuo> mercato domestico. Il prof Rossi, le banche italiane (Unicredit e> Banca intesa in testa che secondo il piano Rovati concordato tra> governo e banche doveva portare proprio la rete nelle mani delle> banche amiche e della Cassa Depositi e prestiti) stanno giocandoun> partita delicatissima con AGCOM per assicurasi la redditività> dell'investimento derivante dal tentativo di stappare la rete a> Tronchetti Provera e a TI.> Come si vede Governo e banche italiane non stanno affattoperseguendo> l'interesse generale (un'autentica chimera che sarebbe ora di> stendere con un colpo di doppietta liberista) ma stanno conducendo> una guerra per accaparrarsi il ricco mercato delle tariffe(infatti> sul mercato delle telecomunicazione non esistono ancora i prezzicome> in quelle delle comunicazioni mobili, ma le tariffe sono decise da> AGCOM). E come si intuisce le banche non si comportano affattocome> attori privati che inseguono l'efficienza del servizio ma sono> pesantemente influenzate da locgiche pubblicistiche e politiche.> Insomma siamo in presenza della Famigerata politica industriale:> quella roba che è nata nell'Iri del ventennio fascista e che in> Germania si chiamava "Economia di comando" perchè essa non sorgeva> dal mercato ma dalla Cancelleria Hitleriana. Sulle profondeanalogie> tra "Econimia di comando" e "pianificazione socialista" rinvioalle> opere di uno dei massimi sociologi e scienziati sociali di questo> secolo: Lo stato onnipotente, Von Mises, Rusconi Socialismo, Von> Mises, Rusconi Alessandro Giuseppe Crespi

Wednesday, April 04, 2007

Pirelli-Telecom: il Governo Italiano tenga giù le mani

e pensi all'interesse pubblico che in questo caso non può che essere quello degli azionisti; il quale interesse coincide con quello degli utenti ad avere una società efficiente che rende un buon servizio.Altri interessi sono solamente artifici di malintenzionati che vogliono solo il profitto di breve periodo e che colludono coi governi che si sono dimostrati prodighi di mezzi per falsare la concorrenza, imporre prezzi non realizzati dal mercato e surplus di profitti giustificati solo dalla volontà di mantenere sacche di inefficienza e bacini elettorali parassitari assistiti da ben ascoltati sindacati ( i sindacati dei ccdd telefonici).Telecom Italia non ha ancora raggiunto livelli di efficienza nella gestione dei servizi telefonoci tali da metterla al riparo dalla rapidissima evoluzione teconologica che ha determinato la repentina erosione dei ricavi da traffico telefonico (mobile e fisso) è anzi una delle società telefoniche messe peggio. Tuttavia i margini galleggiano grazie alla protezione politica di cui ha goduto per anni dal 98 in poi (specie nel mercato della telefonia fissa) a motivo anche del suo ingresso nel politicamente delicatissimo mercato della televisione ( cosa che le ha consentito per anni un trattamento di favore proprio da parte dell'Autorità per le garanzie delle telecomunicazioni sotto la presidenza di Enzo Cheli).questo periodo ha coinciso con l'affermazione sul mercato delle comunicazioni fisse della teconologia adsl per la quale gli italiani pagano prezzi tuttora più elevati della media europea rispetto al livello di servizi disponibili (si veda l'analisi di mercato condotta da AGCOM sul cd mercato 12).Il tempismo col quale il governo è intervenuto sull'annuncio da parte di società estere dell'intenzione di acquistare una quota di Olimpia (società che detiene il 18% del capitale di Telecom Italia spa e che ne controllo il consiglio di amministrazione) è sconcertante. Intollerabile l'intervento di minaccia alla libera determinazione del consiglio di amministrazione: un comportamento che lede la libertà d'impresa in un settore che il Governo avrebbe il dovere di liberalizzare e che invece sottopone a stretto controllo dirigista.Di fronte a questo genere sconcertante di pressioni sugli attori economici del Paese, negativa per la capacità di attrazione di investimenti dall'estero, non si può tacere la sgradevole sensazione che la politica italiana tragga ispirazione filosofica una volta ancora dal dirigismo bieco della logica paramafiosa delle parteciapzioni statali. Uno sgradevolissimo ricordo di un passato che ci si auspicava fosse scomparso nell'ignominia in cui era caduto dopo il disvelamento di tangentopoli.Purtroppo tangentopoli è stata solo una operazione orchestrata, un truffa giustizialista e il nodo della corruzione politico-affarstica non è stato sciolto.Ancora danni per l'interesse pubblico: 1600 MLD di euro a questi politici sembrano pochi.

Monday, November 20, 2006

2 dicembre 2006 Roma, Circo Massimo

Roma conosce il Movimento Libertario

seguirà memoriale..

Thursday, November 16, 2006

16 novembre 2006 muore Milton Friedman

Era ancora lucidissimo nello smascherare i luoghi comuni cui sono preda gli economisti e pseudo tali il padre delle scuola monetarista. Amico, collega e maestro dei massimi esponenti della scuola austriaca trapiantata negli Stati Uniti. Famoso per le lezioni di economia impartite via televisione.
Accademico insigne ma anche comunicatore magistrale. Grande ideatore di soluzioni antistataliste alle difficoltà di realizzazione della libertà individuale nel campo dell'insegnamento (e non solo).
Dicono i suoi discepoli che fosse maestro attento e capace nello stimolo e nella guida verso la comprensione e l'appofondimento.
Europeo in america, ebreo amante dello spirito e della conversazione vivace.
Così appariva Milton Friedman che noi non abbiamo mai nemmeno sentito parlare. Ma da quello che abbiamo letto della sua produzione e delle sue intervista una sua caratteristica, ovvia, ci rapisce: era un uomo avido di conoscenza e aperto nello spirito.

Non possiamo piangere la sua scomparsa perchè il suo passaggio ha lasciato molto frutto, grazie alla sue immense capacità. Primo fra tutti un figlio degno della grandezza del padre dal quale ha ereditato i tratti fondamentali del grande indagatore della realtà sociale umana.

Thursday, October 19, 2006

www.riformatoriliberali.org

“Il credo libertarian si basa su di un assioma centrale: nessuno può aggredire la persona e la proprietà altrui”
Murray N. Rothbard


Politiche dogmatiche o ideologiche (come quelle trasfuse nella finanziaria 2007 o nella legge 40, solo per citare due esempi) producono azioni legislative tese a emarginare intere categorie sociali (lavoratori autonomi, persone con concezioni religiose diverse o agnostiche). Esse hanno come risultato quello di lacerare il tessuto sociale di un paese, spaccare al loro interno le nazioni creando fazioni che si affrontano con ogni mezzo.
Non è necessario citare, ancora un volta, il numero dieci del “Federalist”, scritto più di due secoli or sono dal Padre Fondatore della costituzione americana James Madison, che rimane a tutt'oggi la più lucida e lungimirante analisi della tragica pericolosità della frantumazione sociale indotta, ma più spesso persino ricercata, dalle ideologie spurie e dal dogmatismo politico; ma richiamando il numero 10 del “Federalist” a complemento del manifesto promosso dai Riformatori Liberali “Per un'anima libertaria nel centro-destra” chiediamo, come soggetto politico costituito in associazione di liberi cittadini, a tutti coloro che condividono queste idee di dare immediatamente un sostegno concreto. Chiediamo l'adesione al manifesto per dare una voce nella politica italiana a chi chiede che la storia del Paese degli ultimi trent'anni non si ripeta.
Per questo motivi sosteniamo i Riformatori Liberali e il manifesto che hanno presntato dal titolo "Per dare un'anima libert-aria al centrodestra".

Sunday, October 15, 2006

24 settembre 2005 - 24 settembre 2006

MOVIMENTO LIBERTARIOLe tasse sono un furto
di Redazione13/10/2006
Il Movimento Libertario è nato nel settembre 2005, a Treviglio, una piccola città del bergamasco, grazie all’iniziativa di Leonardo Facco che ha saputo riunire 150 persone tra liberi professionisti, imprenditori e simpatizzanti. Il Movimento Libertario si rifà alle idee della Scuola di Economia Austriaca ed alle idee del filosofo Murray Newton Rothbard, oggi portate avanti in Italia dall’Istituto Bruno Leoni. L’idea è che il libero mercato e l’impegno dei privati possa rispondere alle esigenze della società e contemporaneamente che sia necessario un forte ridimensionamento del ruolo dello Stato nella vita di tutti noi. Benché le battaglie libertarie sfiorino temi come i diritti individuali e l’ingerenza dello Stato nelle vite di tutti noi, il messaggio attorno al quale tutti i libertari uniti si riconoscono è essenzialmente questo: meno tasse, meno stato. In nome di una parola troppo spesso abusata, “solidarietà", una classe di cittadini produttori (impiegati del privato, liberi professionisti, imprenditori) viene quotidianamente espropriata dei propri beni da una classe di parassiti, fatta di politici e dipendenti pubblici, che non fa altro che vivere alle spalle della prima. Noi crediamo che la solidarietà, così come ogni atto dell’agire umano, debba essere volontaria, libera ed individuale. Tassare i cittadini produttori contro la loro volontà, per offrire, quando va bene, servizi non richiesti, non è fare solidarietà, ma rubare. Niente di più, niente di meno.

Friday, October 13, 2006