Wednesday, April 04, 2007

Pirelli-Telecom: il Governo Italiano tenga giù le mani

e pensi all'interesse pubblico che in questo caso non può che essere quello degli azionisti; il quale interesse coincide con quello degli utenti ad avere una società efficiente che rende un buon servizio.Altri interessi sono solamente artifici di malintenzionati che vogliono solo il profitto di breve periodo e che colludono coi governi che si sono dimostrati prodighi di mezzi per falsare la concorrenza, imporre prezzi non realizzati dal mercato e surplus di profitti giustificati solo dalla volontà di mantenere sacche di inefficienza e bacini elettorali parassitari assistiti da ben ascoltati sindacati ( i sindacati dei ccdd telefonici).Telecom Italia non ha ancora raggiunto livelli di efficienza nella gestione dei servizi telefonoci tali da metterla al riparo dalla rapidissima evoluzione teconologica che ha determinato la repentina erosione dei ricavi da traffico telefonico (mobile e fisso) è anzi una delle società telefoniche messe peggio. Tuttavia i margini galleggiano grazie alla protezione politica di cui ha goduto per anni dal 98 in poi (specie nel mercato della telefonia fissa) a motivo anche del suo ingresso nel politicamente delicatissimo mercato della televisione ( cosa che le ha consentito per anni un trattamento di favore proprio da parte dell'Autorità per le garanzie delle telecomunicazioni sotto la presidenza di Enzo Cheli).questo periodo ha coinciso con l'affermazione sul mercato delle comunicazioni fisse della teconologia adsl per la quale gli italiani pagano prezzi tuttora più elevati della media europea rispetto al livello di servizi disponibili (si veda l'analisi di mercato condotta da AGCOM sul cd mercato 12).Il tempismo col quale il governo è intervenuto sull'annuncio da parte di società estere dell'intenzione di acquistare una quota di Olimpia (società che detiene il 18% del capitale di Telecom Italia spa e che ne controllo il consiglio di amministrazione) è sconcertante. Intollerabile l'intervento di minaccia alla libera determinazione del consiglio di amministrazione: un comportamento che lede la libertà d'impresa in un settore che il Governo avrebbe il dovere di liberalizzare e che invece sottopone a stretto controllo dirigista.Di fronte a questo genere sconcertante di pressioni sugli attori economici del Paese, negativa per la capacità di attrazione di investimenti dall'estero, non si può tacere la sgradevole sensazione che la politica italiana tragga ispirazione filosofica una volta ancora dal dirigismo bieco della logica paramafiosa delle parteciapzioni statali. Uno sgradevolissimo ricordo di un passato che ci si auspicava fosse scomparso nell'ignominia in cui era caduto dopo il disvelamento di tangentopoli.Purtroppo tangentopoli è stata solo una operazione orchestrata, un truffa giustizialista e il nodo della corruzione politico-affarstica non è stato sciolto.Ancora danni per l'interesse pubblico: 1600 MLD di euro a questi politici sembrano pochi.

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